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Nonostante Facebook da ormai circa tre anni abbia pensato bene di realizzare le pagine aziendali o profili pubblici, per dare spazio alle imprese che desiderano avventurarsi nel social media marketing o semplicemente rimanere in contatto con i propri clienti, ancora oggi, un'altissima percentuale di aziende sono presenti su Facebook con dei profili personali.
E non si tratta soltanto di aziende che già da tempo si sono iscritte commettendo questo errore (anche prima delle pagine era possibile creare un "Gruppo" che senza dubbio era più azzeccato di un profilo personale), ma quotidianamente nuove imprese che si affacciano alla finestra di Facebook, finiscono per entrare come utente privato.
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Tale scelta è assolutamente da evitare per tutta una serie di motivi, dai più banali a quelli più importanti.
In questa prima puntata della nostra "disintossicazione da profili personali", cerchiamo di vederne alcuni.
Violazione termini d'uso di Facebook: il social media spiega chiaramente nei suoi termini e condizioni d'uso che la creazione di profili personali per aziende è una violazione del regolamento Facebook. Aprendo un profilo utente privato per un'impresa, si rischia di andare incontro a sanzioni, una su tutte la chiusura del profilo stesso…magari dopo 3000 amicizie. E poi, in tutta sincerità, anche al momento dell'iscrizione, a nessuno è mai venuto in mente che il form proposto da FB fosse dedicato esclusivamente a persone? Un'azienda può avere nome e cognome (raro, ma possibile), ma alla richiesta "Data di nascita" e "Sesso" qualche dubbio dovrebbe sorgere.
Vantaggi nella gestione: se in un'azienda i responsabili marketing sono più di uno, le pagine presentano un vantaggio enorme rispetto ai profili personali. Una pagina aziendale, infatti, viene gestita da un amministratore che può essere nominato da chi è già amministratore, in origine il fondatore della pagina. Per gestire la pagina, dunque, non occorre scollegarsi da Facebook ed entrare con una nuova user e password (che, tra l'altro, deve fare il giro dell'azienda e mettere di conseguenza in pericolo l'integrità del profilo stesso), ma è possibile farlo rimanendo "comodamente" loggati col proprio nome e cognome.
Attenzione però, ciò (altro vantaggio) non significa scrivere post e far comparire il proprio nome e cognome; l'autore del post sarà sempre la pagina e dunque l'azienda.
Mi piace, ma non sono amico: entrare a far parte dei contatti di una pagina Facebook è molto più leggero e meno vincolante rispetto all'amicizia. Soprattutto è anche più rispettoso della privacy del singolo utente. Se ad esempio, Luca clicca Mi Piace sulla pagina dell'Azienda Mela (un nome a caso? ;-) ), l'Azienda Mela avrà Luca nella lista dei Mi Piace, Luca vedrà l'attività dell'Azienda Mela, ma questa non vedrà mai l'attività di Luca nella sua bacheca. Col profilo personale, invece, al di là delle impostazioni di privacy più o meno ristrette, tutto è visibile e un utente, oggi ancora più che qualche anno fa, ci pensa due volte prima di confermare richieste d'amicizia da persone o peggio ancora aziende mai nominate o conosciute.
Con questo punto abbiamo concluso il primo passo verso la "disintossicazione dai profili personali".
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