Da tempo il mondo dell’arte e quello della cultura hanno assunto un assetto dallo statuto duplice.

Classico da una parte, legato all’ambiente dei musei, delle gallerie e degli spazi appositamente dedicati, volatile d’altra parte, legata alla perdita dell’immediatezza della fruizione.

Per dirla alla Walter Benjamin, l’aura dell’opera d’arte nella sua presenza fisica è scomparsa, lasciando il campo libero alle riproduzioni, alle scansioni e fotografie reperibili in internet.

Questo processo ha raggiunto il proprio apice con l’avvicinamento dell’arte al mondo del Web 2.0.

Il progetto Google Art Project ne è un ottimo testimone, capace di far visitare a chiunque, ovunque si trovi, tutti i principali musei del mondo in modalità virtuale.

Altro esempio fondamentale è l’utilizzo della realtà aumentata, capace di offrire informazioni istantanee su monumenti semplicemente inquadrati con la fotocamera del proprio smartphone.

I tempi e i modi della fruizione dei opere d’arte vengono innegabilmente a mutare in modo drastico.

Niente può sostituire la presenza fisica di un quadro, di una scultura o di un edificio, ma le nuove tecnologie possono certamente aiutare a diffondere il verbo, a stimolare e sensibilizzare gli utenti al mondo dell’arte, nonché a facilitare a turisti e cultori la visita dei luoghi artistici prescelti.

A guadagnarci in visibilità sono i musei stessi e l’assetto turistico delle città d’arte e dei luoghi più attraenti per i viaggi culturali. Insomma, dopo gli hotel, i giornali, veri e propri studi fotografici, band musicali, nel palmo della mano possiamo aspirare ad avere anche un Botticelli o un’intera ala del Louvre!